Colf ucraina uccisa con 40 coltellate: “Un’atrocità inaudita”
Oksana Martseniuk, la colf ucraina quarantenne uccisa domenica mattina in una villa dell’Eur romano dal folle Federico Leonelli, è stata colpita oltre 40 volte, una marea di fendenti che si è abbattuta sul suo povero corpo prima che crollasse esanime e venisse decapitata. Lo ha stabilito l’autopsia, che ha evidenziato anche come la donna abbia tentato disperatamente di difendersi durante l’inspiegabile furia del suo assassino: “Si è trattata di una violenza inaudita, quello che ho visto durante l’autopsia è stato un quadro come non ne avevo mai visti prima” ha dichiarato il dott. Giovanni Arcudi, direttore della medicina legale dell’università Tor Vergata di Roma, che si è occupato stamattina di esaminare il corpo straziato della 38enne, sposata e con due figli, mentre ieri aveva effettuato l’autopsia sul corpo dell’assassino della donna, il 35enne Federico Leonelli, ucciso, subito dopo l’omicidio, a colpi di pistola da due agenti intervenuti sul posto. L’autopsia si è conclusa poco dopo l’ora di pranzo: “Abbiamo un quadro lesivo importante, con moltissime lesioni, almeno quaranta colpi, in gran parte del corpo – ha spiegato il medico legale – secondo noi, c’è stata un’aggressione violenta con tanto di colluttazione, in quanto la vittima presentava ferite al viso, alle gambe, alle braccia e alle mani, come in un disperato tentativo di difesa, finché non ha perso le forze. Non c’è stata una sola ferita mortale, ma un insieme di ferite che hanno fatto sopraggiungere la morte”.
Arcudi tende anche ad escludere la violenza sessuale: “Un’aggressione di questo tipo non mira mai allo stupro – ha spiegato – la violenza è stata inaudita e ci sono ancora alcuni accertamenti in corso; sono stati fatti i prelievi necessari per appurare se ci sia stata o no la violenza sessuale, come richiesto dalla procura, e stiamo aspettando gli esiti”. Bisogna inoltre capire se Leonelli abbia utilizzato una o più armi durante il barbaro assassinio, essendo appassionato di coltelli: “Abbiamo fotografato e misurato tutte le lesioni sul corpo per poi confrontarle e capire se l’uomo ha utilizzato una o più armi da taglio”. Per quanto riguarda la decapitazione della colf, Arcudi è convinto che Leonelli volesse sezionare tutto il cadavere per nasconderlo chissà dove; sembra che gli inquirenti abbiano trovato nella villa dove si è consumato l’omicidio alcuni bustoni per l’immondizia per raccogliere i pezzi del corpo. In ogni caso, la decapitazione dell’ucraina è avvenuta dopo la morte, secondo le analisi dei tessuti, a circa 30 minuti dal decesso, mentre l’aggressione è stata invece rapidissima, una sequenza di colpi accelerati, hanno spiegato gli inquirenti. Leonelli, tecnico informatico ospite in quella villa di via Birmania, soffriva di depressione e durante l’autopsia sono stati prelevati dei campioni di sangue per gli esami tossicologici per capire se avesse assunto o abusato di farmaci antidepressivi; i risultati sono attesi tra una quindicina di giorni. L’autopsia sul corpo del giovane ha anche rilevato le due ferite di arma da fuoco al torace che ne hanno poi causato la morte. C’è inoltre un‘ipotesi inquietante, trapelata in queste ore: pare che l’assassino assumesse, in dosi eccessive, il metaqualone o quaalude, un potente farmaco antidepressivo con effetti allucinogeni noto come “la droga di Wall Street” perché molto usato dai broker finanziari di New York negli anni ’80. Saranno gli esami a stabilire se lo assumesse e in che quantità.