Il Partito Democratico annulla l’incontro con il Movimento 5 Stelle per parlare di riforme ed in particolare della riforma della legge elettorale. I Democratici decidono di non intraprendere un confronto solo poche ore prima dello stesso. Le motivazioni ufficiali sono che il Pd (in meno di 24 ore) pretendeva che le risposte dei 5 Stelle sui punti delle riforme fossero messe nero su bianco in un documento. Risposte che erano già arrivate in via ufficiale dal Vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio (M5S), tramite intervista al Corriere della Sera, dove in 8 punti su 10, i grillini si dicevano in accordo. Roberto Speranza, capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, ha annullato l’incontro tramite una lettera inviata in mattinata al M5S:
“Il Pd considera questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro Paese e per dare più forma al percorso delle riforme. Proprio per questo riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Partito democratico”.
Di seguito alcuni stralci della Conferenza stampa indetta dal M5S per parlare agli italiani della legge elettorale e mandare un messaggio diretto al Partito Democrarico.
Luigi Di Maio:
“Roberto Speranza con una lettera in mattinata ha chiesto di disdire l’incontro in programma per le 15. Quello che a noi dispiace prima di tutto è il fatto che si sia persa un’occasione oggi per gli italiani per poter arrivare ad un punto concreto. Noi abbiamo le idee molto chiare e vediamo dall’altra parte molta confusione invece. Confusione che viene fuori dalle notizie di stampa e da questi atteggiamenti”. “Non c’è nessuna volontà di far saltare questo tavolo perché noi sentiamo la responsabilità di portare una parte di quei punti che i cittadini hanno votato come legge Democratellum per migliorare quella che è l’attuale legge in cantiere che è l’Italicum sulla quale non c’è chiarezza nemmeno nel governo, dove c’è molta confusione. Noi sentiamo la responsabilità di portare a casa questo punto, ovvero la legge elettorale in cento giorni per gli italiani ma non vogliamo perdite di tempo, vogliamo un interlocutore che dall’altra parte abbia le idee chiare su cosa vuole fare”.
Di Maio tiene a precisare inoltre che il tavolo di confronto con il Pd non vede il Movimento 5 Stelle essere in accordo su tutto ciò che si propone:
“Sappiamo bene che su un tavolo di confronto tu lasci una cosa e ne prendi un’altra quindi su alcuni dei punti sulla legge che avremmo proposto oggi non siamo convinti al 100% ma se fossimo stati maggioranza il Democratellum sarebbe stata legge elettorale in meno di cento giorni ma non essendo maggioranza abbiamo bisogno di confrontarci con una forza politica che nei prossimi quattro anni possa dare qualcosa di meglio di quello che sta proponendo oggi in parlamento ai cittadini italiani”. “Gli italiani conosceranno tramite i nostri profili social i nostri punti e manteniamo aperto il canale chiedendo cosa vuole fare il Pd sulla legge elettorale e soprattutto cosa ne pensa delle preferenze perché i cittadini devono poter scegliere”.
Di Maio sul Patto del Nazareno:
“Il patto del nazareno regge? Ma ci siamo chiesti i punti critici che lo farebbero saltare se sono stati risolti? Cosa pensano quelli di Forza Italia e del Pd sul Senato e sulle preferenze? E su questa non c’è nessuna apertura nemmeno sull’incontro che è stato fatto l’altro giorno senza streaming”.
Ancora sull’incontro annullato dal Pd:
“Correttezza istituzionale vorrebbe che se tra due cariche istituzionali c’è un accordo quanto meno si comunica all’altro che vuoi disdire l’appuntamento. Io ho parlato con Lorenzo Guerini giovedì ed abbiamo fissato per lunedì alle 15. Noi siamo venuti a sapere che l’incontro era saltato da comunicati stampa. Questo vuol dire che d’ora in poi noi parleremo solo con Renzi perché nel Pd non sono affidabili gli interlocutori che si sono interposti tra noi e lui in questo momento, non c’è stata nessuna affidabilità nelle loro comunicazioni, anzi due vice segretari del Pd (Guerini e Serracchiani) che tra di loro si smentivano.
Danilo Toninelli (M5S), Vicepresidente I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni:
“Oggi avremmo proposto il Parlamento pulito! Non molti anni fa il Movimento 5 Stelle raccolse 350mila firme per la legge chiamato infatti ‘Parlamento pulito’ dove si chiedeva che i condannati in via definitiva di reati non potevano candidarsi, qui noi in questo passo in avanti abbiamo addirittura rinunciato alle preferenze negative che era uno dei nostri punti cardine, che avrebbe permesso non solo ai condannati di essere cancellati o non candidati ma che avrebbe permesso, a persone come quelle che all’indomani della tragedia del terremoto dell’Aquila al telefono ridacchiavano sulle speculazioni economiche che avrebbero fatto, di candidarsi con le preferenze negative. Ma siamo disposti a fare un passo indietro e ad inserire il divieto di candidature per i condannati”.
Luigi Di Maio su Facebook, poco dopo la conferenza stampa del Movimento 5 Stelle:
“Ecco cosa avremmo proposto ai cittadini italiani oggi al tavolo con il Pd. Danilo Toninelli lo ha spiegato egregiamente alla conferenza stampa di oggi. Ha spiegato anche cosa ci convince e cosa invece è un punto di incontro (sui cui abbiamo perplessità costituzionali). Ovviamente saranno i cittadini a decidere se va bene, ratificandola sul portale del M5S. Nessuna decisione, ma solo una modesta proposta. Il PD dica ai cittadini italiani cosa vuole fare. Sulle preferenze ci state o no?”.
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