Aids, è boom infezioni. Oms: “Gay prendano farmaci preventivi”
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un’allarme sconcertante: “stiamo assistendo all’esplosione dell’epidemia Hiv“. Ad affermarlo è il capo del dipartimento Hiv all’Oms, Gottfried Hirnschall, che sottolinea inoltre: “gli uomini omosessuali sono 19 volte più a rischio di avere l’Hiv rispetto alla popolazione generale“. Gli studi effettuati hanno indicato che anche le donne “lavoratrici del sesso” sono 14 volte più a rischio di contrarre tale infezione, mentre le donne transgender sono incredibilmente in pericolo quasi 50 volte in più rispetto alla norma. Stesso pericolo per chi si inietta qualunque tipo di droga. Dall’Oms, dopo tali studi e risultati ottenuti, raccomandano caldamente, soprattutto a tutti gli uomini omosessuali di considerare la possibilità di assumere farmaci antiretrovirali come metodo di prevenzione dell’infezione da Hiv, oltre a quello che viene definito ancora oggi, il metodo più sicuro come protezione nei rapporti sessuali: il preservativo.
Giovanni Maga, dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr, ha riferito all’AGI che “l’assunzione degli antiretrovirali come profilassi pre-esposizione potrebbe essere un buon approccio per prevenire nuove infezioni anche in Italia, dove i casi di contagio tra gli omosessuali sono in aumento“. “Diversi studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di un cocktail di farmaci che ha in comune gli stessi principi attivi della terapia antiretrovirale puo’ ridurre in maniera significativa il rischio di infettarsi“. “C’é però il rischio che le persone si sentano più sicure assumendo gli antiretrovirali in via preventiva e che non utilizzino di conseguenza il preservativo nei rapporti sessuali“. “La mancata fornitura dei servizi adeguati contro l’Hiv per gruppi ‘chiave’ come gli uomini che fanno sesso con uomini, le persone in carcere, le persone che si iniettano droghe, le prostitute e i transgender – spiegano ancora dall’Oms – minaccia il progresso globale nella battaglia contro la malattia. Queste persone sono più a rischio di infezione da Hiv, ma hanno meno probabilità di avere accesso alla prevenzione, ai test e al trattamento. In molti Paesi le leggi e le politiche discriminatorie sono i principali ostacoli all’accesso a questi servizi“.