Baby squillo, 14enne: “volevo fare soldi facili, l’ho scritto su Google e ho risposto a un annuncio”
Interrogata da un Magistrato, la 14enne coinvolta nell’inchiesta ormai denominata “Baby squillo”, ha dichiarato di non essere stata costretta da nessuno e di averlo fatto per guadagnare i soldi per comprarsi cose griffate. “Io voglio una possibilità economica mia – ha detto la ragazza alla presenza di una psicologa e del Pm – o vado a spaccià la droga o faccio questo”. “Io volevo lavorare per comprarmi cose griffate volevo avere i miei soldi per comprare tutto ciò che mi piaceva. Voglio molte cose, vestiti, macchine benessere. Ho dato dei soldi anche a mia madre, ma le ho fatto credere che spacciavo perché non mi sentivo di dirle che mi prostituivo”. “Tutto è iniziato come un gioco, volevo fare soldi facili, l’ho scritto su Google e alla fine ho risposto a un annuncio in Rete. Così ho iniziato a fare la baby squillo”. “Abbiamo incominciato insieme perché io avevo paura”. “Prendevano 200 euro per i soli preliminari o 300 per un rapporto completo”. “Piano piano poi ho iniziato a lavorare da sola, prendevo 100 o 150 euro, finché Mirko, che era un nostro cliente, non è diventato il nostro protettore”. Interrogato anche Mirko Ieni, l’uomo che viene accusato di essere lo sfruttatore delle Baby squillo dei Parioli, che però afferma di non aver mai minacciato o forzato nessuno, dichiarandosi complice e amico dello stesso gioco perverso. “Quando sono venuto al corrente della loro minore età io sono rimasto sconvolto come voi e non è vero che sembrano più piccole, perché hanno tutte quasi un metro e 70, sono tutte e due molto prorompenti, molto sveglie, sempre truccate”.