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Vasco Rossi: è morto su Facebook, smentita e ritorno a casa contro il parere dei medici

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Redazione

Vasco Rossi: è morto su Facebook, smentita e ritorno a casa contro il parere dei medici

Vasco Rossi torna a casa dopo 3 settimane di degenza in ospedale per curare un batterio killer che lo tormenta dall’estate del 2011. Il rocker di Zocca firma le dimissioni con il consenso della famiglia ma contro il parere dei medici che optavano per la continuazione delle cure direttamente in ospedale. Nella mattinata del 2 ottobre si era sparsa in rete, soprattutto su Facebook, la notizia che il Blasso fosse morto. Notizia immediatamente smentita dalla portavoce Tania Sachs, e commentata anche da Vasco con una battuta: “Leggere o sentirti dire che sei morto è la migliore prova della propria esistenza in vita”. La portavoce, dopo l’uscita dall’ospedale del rocker, pubblica il seguente messaggio sulla pagina ufficiale Facebook: Vasco Rossi lascia la clinica Villalba e torna a casa, dove continuerà la terapia prescritta e necessaria. Come sempre disponibile e attento a preservare la privacy dei pazienti in cura, il direttore sanitario di Villalba, dott. Paolo Guelfi nel suo comunicato informa che: “Era stato ricoverato il giorno 12/9/2012 allorché si erano resi necessari accertamenti clinici di varia natura: l’équipe di specialisti che ha seguito il paziente, guidata dal dottor Paolo Guelfi, ha rilevato la necessità di impostare e praticare per tutto il periodo della degenza una intensa terapia in grado di fronteggiare una complessa situazione clinica. Su espressa decisione del paziente, la terapia da oggi verrà proseguita al suo domicilio”. In merito alle voci impazzite, senza fondamento e totalmente fuori controllo, che circolano sulle sue condizioni di salute, concediamogli una toccatina scaramantica e una battuta: “Leggere o sentirti dire che sei morto è la migliore prova della propria esistenza in vita”. Tania Sachs.

Ecco cosa diceva il direttore sanitario Paolo Guelfi, lo scorso 17 settembre: “Dagli accertamenti eseguiti è emersa la necessità di riattivare una terapia di non brevissimo periodo, ciò implica un prolungamento della degenza. Le condizioni del paziente restano stazionarie e richiedono la massima concentrazione e collaborazione di vari specialisti“.

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