Immigrazione: tragedia nel Mediterraneo
CATANIA, 3 giugno 2011 – “Viaggiavano da tre o quattro giorni quando il barcone si e’ incagliato e per diversi giorni sono rimasti alla deriva bevendo acqua di mare e l’acqua del motore” è quanto ha riferito Adrian Edwards, un portavoce dell’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati, dopo aver ascoltato le testimonianze dei superstiti del barcone di immigrati che si è capovolto al largo delle coste tunisine. I profughi, provenienti per la maggior parte dalla Libia e dai paesi dell’ Africa sub-sahariana, erano stati avvistati a una ventina di chilometri dall’isola di Kerkennah ed erano diretti verso le coste italiane, le cattive condizioni meteorologiche però hanno interrotto l’ennesimo viaggio della speranza per tramutarlo in orrore. Sono infatti 150 i corpi privi di vita recuperati in mare al largo della Tunisia: è quanto riferisce, citando fonti della Mezzaluna rossa tunisina, Carole Laleve, funzionario dell’Alto commissariato Onu per i profughi (Unhcr), sottolineando che “le operazioni di ricerca continuano”. Degli 850 che erano a bordo dell’imbarcazione si pensa ne siano sopravvissuti almeno 578. A causare la tragedia pare sia stata un’avaria del motore, che è andato in panne, oltre al fatto che, secondo le testimonianze dei migranti, la barca era guidata da persone inesperte. Ad aggravare la situazione il maltempo: “Il mare mosso impedisce i soccorsi, il massimo che possiamo sperare è di riuscire a ripescare i cadaveri sabato mattina” ha dichiarato il colonnello Tahar Landoulsi, capo della guardia costiera di Sfax…”Abbiamo pochissime chance di trovare sopravvissuti”.
Da quanto riportato dalle autorità, fra i migranti portati in salvo, c’erano 9 bambini piccoli, 91 donne e 470-480 uomini. I dispersi sono 120.
Questa tragedia è considerata una delle più gravi accadute quest’anno nel Mediterraneo insieme a quella del 22 marzo quando di un barcone partito dalla Libia, con a bordo 335 persone, non si ebbero più notizie.
Annamaria Balistrieri