CATANIA, 24 maggio 2011 – E’ trascorso appena un anno dall’eruzione del vulcano Eyjafjallajokull e dalla paralisi pressocchè totale del traffico aereo, che vide la cancellazione di 100 mila voli e dieci milioni di passeggeri rimasti a terra, ed ecco che ci risiamo. Le previsioni di geologi, vulcanologi e meteorologi in seguito ai forti segnali premonitori, quali scosse sismiche e aumento del livello del fiume Gijia, che già da qualche mese facevano pensare ad una possibile attività eruttiva, sabato scorso sono diventate realtà. Il protagonista è però cambiato. Siamo sempre nel sud dell’Islanda, ma stavolta a fare i “capricci” è Grimsvotn: il vulcano, posto al di sotto della calotta glaciale del ghiacciao Vatnajukull, era in letargo dal 2004.
Sono già 252 i voli annullati e diversi gli aeroporti che resteranno chiusi a causa del passaggio della nube di fumo e cenere sui cieli della Scozia e dell’Irlanda e che potrebbe successivamente spostarsi sul Sud della Francia e Spagna. In serata intanto la nube dovrebbe raggiungere il Nord della Germania.
Secondo gli esperti, le ripercussioni della nube di fumo non dovrebbero comunque portarci a ricordare i disagi dell’anno scorso.
La Ryanair, dal canto suo, dal sito web protesta per la cancellazione di alcuni voli della compagnia: “Ryanair ritiene che non ci siano rischi per la sicurezza per gli aerei che operano verso e dalla Scozia e insieme ad altre linee aeree reclamerà con il ministero dei Trasporti e le Autorità di regolamentazione per le ultime, ingiustificate cancellazioni”.
Si è intanto già ridotta l’attività eruttiva del vulcano e il pennacchio di cenere è sceso da venti a cinque km.
Non ci resta che incrociare le dita.
Annamaria Balistrieri