CATANIA, 27 maggio 2011 – Dopo 2 lunghi anni il Bea, Bureau Enquete Analyse, l’agenzia francese che indaga sui disastri aerei, pubblica i contenuti delle scatole nere e si fa un po’ di luce sul disastro aereo che nel 2009 coinvolse l’Air France AF 447 Rio de Janeiro-Parigi e che costò la vita a 228 persone. La caduta di 12 mila metri avvenne in210 secondi, periodo di tempo in cui l’aereo rimase in fase di stallo, prima di schiantarsi nell’Oceano. Pare che l’inizio della tragedia coincida con l’incontro di una turbolenza e con l’avaria dei sistemi che indicano la velocità dell’aereo. Ad aggravare la situazione potrebbe essere stata l’assenza momentanea del Comandante dalla cabina di pilotaggio per la pausa riposo di routine e la poca esperienza dei due co-piloti: i comandi furono azionati in maniera opposta a quella necessaria per far uscire l’aereo dalla fase di stallo. Quando il Comandante rientrò in cabina era ormai troppo tardi.
I risultati dell’indagine hanno rilevato quindi al momento la presenza di un solo guasto prima dello schianto, quello ai tubi di Pitot che rilevano la velocità durante il volo. Secondo gli esperti però questo non dovrebbe essere l’unico elemento all’origine dell’incidente: dunque un misto letale di errore umano e guasto tecnico.
Jean Paul Troadec, direttore del Bea, sottolinea comunque che è ancora troppo presto per definire le cause che provocarono lo schianto e che bisogna aspettare la prossima estate per avere un rapporto completo: ” Queste sono solo osservazioni, non la comprensione degli eventi”.
Annamaria Balistrieri