CATANIA, 26 maggio 2011 – ”E’ la fine di un periodo difficile della nostra storia” così il presidente serbo Boris Tadic commenta la notizia dell’arresto del boia di Srebrenica, ricercato per crimini di guerra e accusato di azioni di genocidio commesse durante la guerra nella ‘Ex Jugoslavia del ’92-’95.
Dopo 15 anni di latitanza, l’ex capo militare, accusato di essere responsabile del massacro di 8.000 musulmani bosniaci a Srebrenica nel luglio del 1995 e dell’assedio di Sarajevo, in cui morirono più di 12.000 civili, oltre che di torture, abusi, violenze sessuali e percosse, dovrà rispondere di quello che è considerato il peggior massacro dopo l’epoca nazista.
Il Presidente serbo relativamente alla cattura, aggiunge: “Credo che l’operazione che ha portato all’arresto di Mladic renda il nostro Paese più sicuro, e più credibile. Sono fiero del risultato raggiunto, è una cosa buona per la Serbia che questa pagina della storia si sia chiusa. E che si sia conclusa la fuga di Mladic. Ora bisogna continuare a cercare i suoi complici, quelli che l’hanno aiutato a nascondersi per tutti questi anni, anche tra membri del governo. Arresteremo Goran Hadzic. Per adesso però penso che per la Serbia le porte dell’Ue siano aperte”.
Per entrare a far parte dell’Unione europea, la Serbia era infatti obbligata ad arrestare Mladic.
Si dice soddisfatto anche il Ministro degli esteriFranco Frattini: “Questa è una svolta che auspicavamo e attendevamo da oltre quindici anni. Mladic era un simbolo della pulizia etnica e della violenza brutale che costò in quegli anni la vita a un numero altissimo di civili: il suo arresto premia insieme la coerenza e determinazione dimostrata in questi anni della comunità internazionale e la forte volontà politica del governo democratico serbo e del Presidente Tadic di fare giustizia nel quadro della piena collaborazione con il Tribunale Speciale per l’ex-Jugoslavia”.
Annamaria Balistrieri