CATANIA, 23 maggio 2011 – Il rapporto annuale dell’Istat pubblicato oggi non è per niente incoraggiante. Da quanto emerge dal focus del rapporto un italiano su quattro è a rischio povertà “In Italia circa un quarto della popolazione (24,7%) sperimenta il rischio di povertà o esclusione, un valore superiore alla media Ue (23,1%)”
La situazione peggiore ovviamente si riscontra al sud dove vive circa un terzo della popolazione: in Sicilia il 39,9 per cento dei residenti è a rischio povertà e i dati di Calabria e Campania sono altrettanto preoccupanti.
Il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, durante la presentazione del rapporto ha guardato alle due facce della stessa medaglia spiegando che “l’Italia ha pagato, a causa della recessione, un prezzo elevato in termini di produzione e di occupazione, ma ne ha anche limitato l’impatto sociale ed ha evitato crisi sistemiche analoghe a quelle di altri paesi”. E ancora “La ricchezza di cui dispongono le famiglie, un tessuto produttivo robusto e flessibile, l’ampio ricorso alla cassa integrazione, il rigore nella gestione del bilancio pubblico, le reti di aiuto informale sono gli elementi che spiegano perché la caduta del reddito prodotto, la più forte tra i grandi paesi industrializzati, non si è trasformata in una crisi sociale di ampie dimensioni”.
Chi ha accusato di più la crisi sono stati i giovani e le donne per le quali è peggiorata la qualità del lavoro e si è assistito ad un aumento di occupazione dove viene richiesta una qualifica inferiore a quella posseduta. il tutto accompagnato dalla crescita del part-time .
Cresce dunque la disoccupazione, si abbassa la qualità del lavoro femminile, si ampliano i confini della povertà… sarà il caso di emigrare?
Annamaria Balistrieri