Lombardo: indagine per concorso esterno in associazione mafiosa
CATANIA, 30 maggio 2011 – Una fuga di notizie darebbe ormai imminente la richiesta dei pm di Catania di processare Raffaele Lombardo per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il governatore siciliano, che continua a dirsi estraneo ai fatti, sottolinea indignato: “Prendo atto che con cronometrica puntualità il giorno delle amministrative in Sicilia e dei ballottaggi nazionali, grazie alla consueta fuga di notizie in violazione del segreto istruttorio, si fa sapere all’opinione pubblica l’ipotetica esistenza di un atto interno, di nessuna rilevanza procedurale, allo scopo di creare un artificioso clima di pressione sull’opinione pubblica e sulla necessaria serenità che caratterizza il lavoro della magistratura».
Gioacchino Genchi, l’esperto di telecomunicazioni che ricordiamo per le collaborazioni con De Magistris e Falcone, oltre che per essere stato accusato di possedere un archivio contenente tutte le intercettazioni da lui rilevate, ha deciso di aiutare il governatore Lombardo, “vittima” a suo dire “di un complotto di dimensioni titaniche”: “Non conoscevo Lombardo. Sono note, per il resto, le mie posizioni e tutti sanno che non mi identifico per nulla nel ‘presente’ politico dell’onorevole Lombardo (nonostante la benedizione del Pd) e ancora meno nel suo ‘passato’. L’unica cosa di cui sono certo, specie dopo avere analizzato l’intero fascicolo processuale, è la sua assoluta estraneità ai fatti che gli vengono contestati”. Genchi sarebbe “già in condizione di provare che la notte precedente alle elezioni europee del 12 giugno 2004, quando Lombardo sarebbe andato a trovare a casa un presunto mafioso (già sottoposto alla sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza) per ottenere il suo appoggio elettorale, si trovava in tutt’altra località della Sicilia”.
Raffaele Lombardo sottolinea anche che “Genchi ha già ultimato l’informatizzazione degli atti del procedimento e ha iniziato l’estrapolazione di elementi che in modo oggettivo e incontrovertibile dimostrano la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati”.