Germania, batterio E.Coli: i cetrioli non c’entrano
CATANIA, 31 maggio 2011 – Bisogna ricominciare tutto daccapo: il batterio E. Coli che ha già provocato la morte di 14 persone in Germania, senza contare i 1200 contagiati, non deriva dai cetrioli spagnoli. I primi test sui due cetrioli provenienti dalla Spagna hanno rilevato la presenza di un ceppo E.Coli diverso da quello che sta gettando nel panico l’Europa. Cornelia Pruefer-Storcks, ministro della Sanità della città di Amburgo, ha infatti reso noto che “la fonte dell’infezione continua a rimanere non identificata”. Anche in Svezia si registra una prima vittima: si tratta di una donna di 50 anni che si pensa avesse contratto la malattia nel suo recente viaggio in Germania.
Intanto Rosa Aguilar, ministro dell’ Agricoltura spagnolo, ha accusato stamane Berlino di aver agito in maniera irresponsabile e frettolosa: “Siamo delusi dalla gestione della situazione in Germania”…”dichiarazioni troppo precipitose sui cetrioli spagnoli senza avere dei dati affidabili sui cui basarsi”. Dichiara inoltre che “chiederemo un indennizzo non solo per i produttori spagnoli ma per tutti gli agricoltori europei colpiti da questa situazione”.
Cornelia Pruefer-Storcks insiste invece che “pubblicare i risultati (che indicavano i cetrioli spagnoli come fonte possibile) è stata la cosa giusta da fare”… “Sarebbe stato irresponsabile, a fronte di un tale numero di malati, nascondere un sospetto giustificato” aggiungendo poi che ” la protezione della vita umana viene prima degli interessi economici”.
Per quanto riguarda la situazione italiana, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, dal canto suo, sottolinea che non si puo’ escludere “che la variante di E. coli responsabile dell’epidemia in Germania “possa arrivare anche da noi. “Ma poiche’ le contaminazioni delle verdure sono esterne, si puo’ escludere che a seguito di lavaggi accurati delle mani, e soprattutto dei prodotti, si possa trasmettere l’infezione. Se vengono adottate sempre queste regole d’igiene, seppure fosse sulle verdure, il batterio non puo’ essere veicolato all’uomo”.
Annamaria Balistrieri