GENOVA, 20 maggio 2011 – Ha paura Don Seppia. Teme che gli possa accadere qualcosa. Si sa, è legge anche per i detenuti: i bambini non si toccano. E su di lui cadono pesanti accuse di cessione di droga, induzione alla prostituzione minorile, nonchè violenza sessuale su minore.
E le intercettazioni non lo aiutano di certo, anzi il quadro che ne viene fuori risulta inquietante: in uno degli sms intercettati si legge “Trovami un bambino di 10 anni, lo voglio tenero” o ancora “Ma puoi trovare qualche madre con un bambino, una donna che ha bisogno di coca?”. Ma la coca “l’uomo di Chiesa” non la dava solo alle madri, i ragazzini si prostituivano infatti anche per droga oltre che per soldi.
E se queste accuse rispondono a realtà, fa bene il parroco genovese, arrestato una settimana fa, a temere per la propria incolumità tanto da chiedere, a seguito delle minacce degli altri detenuti, il trasferimento dal carcere di Marassi, trasferimento peraltro accordato.
Intanto ieri è stato arrestato anche il suo ex seminarista, Emanuele Alfano, che i bambini glieli “procurava” e che è accusato di induzione alla prostituzione continuata e favoreggiamento. Aveva pensato bene di imbarcarsi come croupier su una nave da crociera della Msc, ma è stato fermato prima che il suo viaggio di “lavoro” avesse inizio.
Ma l’ex seminarista non è l’unico che si occupava di questa “tratta” : circolano voci anche su un possibile pusher che commerciava droga e ragazzini.
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, in occasione della giornata della santificazione sacerdotale, ha ribadito l’estraneità della Chiesa nei confronti dell’accaduto e, con voce commossa, la vicinanza umile e sincera alle vittime di questo scandalo.
Annamaria Balistrieri