E’ un accordo che sicuramente farà la Storia: l’Iran ha raggiunto un’intesa duratura con le sei potenze mondiali (cioè Stati Uniti d’America, Francia, Russia, Inghilterra, Cina e Germania, che hanno diritto di veto all’Onu), con la quale si impegna a far cessare il programma nucleare della Repubblica Islamica. In cambio, la comunità internazionale terminerà le sanzioni contro l’Iran che erano state decise dall’America, dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite: è il risultato di un lungo lavoro diplomatico di due anni più diciotto giorni di colloquio a Vienna. Ieri alle 13, ora italiana, Barack Obama ha parlato dalla Casa Bianca dello storico accordo: per i prossimi quindici anni, ha dichiarato, l’Iran non costruirà più alcun nuovo reattore nucleare e, se dovesse violare l’accordo di Vienna, le sanzioni verrebbero subito ristabilite, anche perchè verranno compiute periodicamente le opportune verifiche. Inoltre, l’embargo delle armi iraniane durerà cinque anni, mentre quello dei missili balistici otto; l’agenzia internazionale per l’energia atomica vigilerà sull’arsenale militare iraniano e gli ispettori potranno accedere a tutti i siti sospetti in modo da verificare quanto è scritto sull’accordo. “Sono sicuro – ha concluso Obama, visibilmente soddisfatto – che questo accordo è nell’interesse della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e dei nostri alleati. La Storia dimostra che l’America deve essere leader con i suoi principi”. Nell’accordo, a ogni modo, è scritto che l’Iran, nei primi dieci anni stabiliti dall’intesa, potrà continuare la ricerca e lo sviluppo, ma non dovrà assolutamente accumulare uranio arricchito. Parole contrarie all’accordo, e furiose, sono giunte dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Questo accordo è un errore storico per il mondo – ha detto – e ora sarà più pericoloso”. “E’ una resa storica da parte dell’Occidente verso l’asse del Male, con l’Iran in testa – ha dichiarato la viceministra degli Esteri di Israele, Tzipi Hotovely – Israele agirà con tutti i mezzi per tentare di impedire la ratifica dell’accordo fra l’Iran e le potenze mondiali”.